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Nocciolo

P. Tartufigene

NOCCIOLO


Corylus Avellana L.

Può raggiungere i 5 m di altezza, ma espande i suoi rami generalmente in larghezza. Piuttosto diffuso, partecipa alla costituzione di boschi misti di latifoglie fino ai 1500 m. Le ramificazioni spesso erette, hanno la corteccia liscia, grigio-rossastra, cosparsa di molte lenticelle orizzontali. Le foglie, leggermente pubescenti, sono obovate con margine dentato. I frutti, a tutti noti, fanno assumere a questa pianta una grande importanza per il bosco in quanto ricca fonte di alimento per un gran numero di animali selvatici. Arbusto molto frugale, si adatta a substrati diversi, pur preferendo terreni calcarei, fertili e profondi. Il suo legno duro e compatto veniva usato per farne manici di attrezzi agricoli.

VOCAZIONE TARTUFIGENA


In natura si associa con T. Melanosporum, T. Brumale, T. Aestivum e Var. Uncinatum e vari tartufi minori, ma lo troviamo quasi sempre presente anche nelle tartufaie di T. Magnatum, forse anche come simbionte.
In vivaio viene micorrizzato soprattutto con il tartufo nero pregiato e con gli scorzoni.
In commercio si possono trovare piante micorrizzate anche con T. Magnatum, ma con dubbie capacità produttive.

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